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La storia raccontata dal regista Aquino, nel 2005 Questo è un film doc verità credo che questa pellicola sia sperimentale è stato ideato scritto e girato in una modalità tutta nuova per il cinema italiano classico. Questo non è ne un film ne un documentario e ne un reportage televisivo ma un “film doc live” A.D. 2004, un ragazzo di buona famiglia, molto perbene di 15 anni, del nord, negli ultimi periodi entrava e usciva dal commissariato della città dove abitava. Sfogava la sua rabbia distruggendo gli arredi comunali, panchine, lampioni, e tutto quello che si trovava davanti. In quel periodo entrai in contatto con la madre tramite un amica di San Giorgio a Cremano. Mi ricordo le lunghe telefonate con lei che era molto preoccupata in quanto mi raccontava che tutto iniziò con la separazione dal marito. Una grossa e forte concausa che spingeva questo ragazzo ad avere di queste reazioni così plateali e violente era che il ragazzo aveva una "grande forza fisica innata"e non riusciva a controllarla. Comunque tutta la comunità cercò di aiutarlo e fu così che all'improvviso arrivò un "idea geniale" da parte di un assistente sociale, che subito operativo contattò R. Damico allenatore di boxe, maestro di un associazione sportiva.Lo chiamò in primis per una consulenza proprio su questa potenza fisica straordinaria. Dopo vari incontri il maestro decise di prendersene cura. Gli fece da balia per qualche tempo lo portò in palestra e incomincio a spiegargli che doveva tirare fuori la sua rabbia e la sua potenza fisica e trasformarla in modo costruttivo. Il ragazzo era molto arrabbiato, deluso e impaurito del futuro e in quella grande confusione decise dopo molta resistenza di fidarsi del maestro e diventare un boxer. Dopo qualche settimana di allenamento intenso disputa il suo primo incontro, vincendolo KO al primo round.
Il ragazzo fu una massa di nervi scatenata sul ring travolse l’avversario che dopo pochi minuti cadeva a terra dopo una scaricata di pugni. Gli applausi di congratulazioni arrivarono dopo un minuto lunghissimo di silenzio nessuno riuscì a capire cosa fosse accaduto. Organizzarono per lui altri nove incontri regionali tutti vinti in ko, e fu cosi che Michele nello stesso anno accumulò il punteggio e la fama per partecipare ai "Campionati Italiani Cadetti" L'emozione fu fortissima iniziò il campionato e lui vinse tutti gli incontri e arrivò in finale. Il film inizia proprio dagli ultimi incontri per poi avere dei flashback Io facevo la spola tra il bordo ring gli spogliatoi, la cabina di regia della Rai che trasmetteva gli incontri in diretta. Saltavo tra un problema e l’altro avevo gli auricolari fissi e il monitor portatile e una camera a mano, affrontavo le varie problematiche di fare un film verità tra un permesso si e un altro no, lo abbiamo seguito nella parte finale di questa bella storia vera e non dimenticherò mai i pianti di gioia di un gruppo favoloso che vinceva incredulo di tali risultati.Mi ricordo che sceneggiavo le scene “verità” il giorno stesso al massimo il giorno prima, poi arrivò il momento tanto atteso la finale. La finale di quell’anno del Campionato Italiani Cadetti si teneva in una provincia di Caserta una terra arida, difficile, infiltrata a stampo camorristico, in quel palazzetto c’era di tutto chiunque altro con il mio ruolo senza esperienza del territorio sarebbe rimasto coinvolto nelle decine di trappole e tranelli che gli “arguti locali” insediavano, (il lato positivo di essere nato e cresciuto sotto del famoso triangolo della morte italiano) e quando vedi certe cose da piccolo impari a vedere “le cose” e principalmente a prevederle.Tutti erano a conoscenza che c’era questo ragazzo potente e perbene allo stesso tempo guerriero e leale. Gli interessi erano altissimi ma l’unicità della storia era che il ragazzo stesso era inavvicinabile, non era vittima di retaggi psicologici di una vita ai margini non era raggiungibile da qualcuno del territorio, era cresciuto in buona comunità al nord un ottima famiglia, un ottimo studente, un bravo ragazzo! L’unico incidente che ha avuto è stata la sofferta separazione dei suoi genitori. Arriva il giorno della finale è l’alba, arriviamo tutti al palazzetto dello sport, da per tutto si sente lo slang casertano il suono delle campane e qualche fuoco d’artificio in lontananza il giorno prende luce arriviamo negli spogliatoi con le porte che non si chiudevano erano cosi ammaccate di pugni che si erano deformate... La sua mira Φ quella di sensibilizzare il lettore tramite una scrittura naturale, sintetica e accessibile. |
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